Nel decreto legge sulla sicurezza approvato ieri, sono stati inseriti anche provvedimenti contro le discriminazioni “fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali“. Sarà punito con la reclusione fino a 3 anni chiunque inciti a commettere o commetta in prima persona atti di discriminazione. Per fortuna, queste norme verranno però modificate alla Camera, come ha promesso il ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti a fine seduta.

Sono daccordo con   l’opinione di Paola Soave, vicepresidente del Forum delle Associazioni familiari : ” Il riferimento alla “tendenza sessuale” all’interno del decreto sulla sicurezza rappresenta un “attacco surrettizio, fatto con scorrettezza e ambiguità. Un tentativo di condanna di idee che per noi cattolici sono convincimenti profondi”. Di fatto siamo ormai arrivati ad un sistema per cui si fanno passare dentro decreti legge, cose che non c’entrano nulla con l’argomento che tratta quel provvedimento. In questo caso si fa passare dentro un decreto sulla sicurezza, un maxiemendamento che con la sicurezza non c’entra niente. Si fa passare una condanna ad un diritto di opinione nei confronti dell’omosessualità: poiché evidentemente non se ne può discutere apertamente e in altro modo, e cioè in un contesto adeguato e specifico, lo si mette dentro il decreto sicurezza in una forma assolutamente non corretta. Insomma quello che a noi colpisce è che attraverso queste trovate si introducano sempre degli emendamenti che vanno a colpire la famiglia, vanno a colpire il mondo cattolico e l’opinione del mondo cattolico”.

Giustamente Chiti ha detto che l’articolo “è sbagliato nella sua formulazione, non attuabile e improprio”, anche perchè lui sà che in Italia esiste l’art. 3 della Costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

A meno che non vogliamo  estendere a tutte queste forme la fattispecie di “reato”…